Vivere nel mondo di oggi non è affare semplice. La moltitudine di spazio virtuale in cui si è immersi non permette, spesso e volentieri, di saper scindere il bene dal male. In quest’ultimo gruppo si addensano come spade di Damocle le truffe social, divenute insidie in piena regola da tenere a bada. Non è facile saperle distinguere proprio perché ogni volta si presentano con forma e sostanza diverse, al punto da arrivare, in alcuni casi, al rallentamento del PC stesso.
Come capire truffe social: i segnali da cogliere
Il furto d’identità è una delle truffe social più “facili” verso cui andare incontro. Può capitare a chiunque di avere un profilo su Facebook e di ricevere messaggi e notifiche inaspettate a cui dar credito in quel momento, dando vita, poi, a un percorso a ostacoli non proprio facilissimo.
Ma non è tutto oro quel che luccica. Dietro un’inoffensiva richiesta d’amicizia, magari di una donna dall’aspetto sensuale e provocante, può facilmente nascondersi un account falso in grado di sottrarre le generalità del malcapitato.
Alcuni profili sono gestiti da macchine più che da persone vere. Bisogna tenere conto di questo e non farsi ingannare troppo facilmente. Un altro segnale da cogliere in maniera lungimirante riguarda una strana richiesta di denaro.
Succede che arriva un messaggio tra le notifiche di messenger dove si sollecita ad inviare una certa somma tramite link con la convinzione di aiutare qualcuno in quel momento. Ma nella maggior parte dei casi non è affatto così.
Quando ci si trova davanti ad una situazione del genere il sospetto deve venire spontaneo. La truffa social può essere dietro l’angolo e ci si può tranquillamente nel pericolosissimo fenomeno del cosiddetto phishing.
In che modo si può essere truffati sui social
L’aumento delle truffe online, specificamente social, è un dato di fatto incontrovertibile. Si va incontro ad una diffusione del fenomeno su scala mondiale che non risparmia realmente nessuno.
Le persone più colpite si collocano generalmente in una fascia d’età compresa dai 40 anni in su e che, magari, hanno poca dimestichezza con il mezzo tecnologico. Da questo punto di vista i truffatori hanno vita facile perché fanno leva proprio su questa debolezza di fondo.
Il modo più facile per essere truffati via social è sul piano sentimentale. Si conosce quella che apparentemente sembra una persona con un proprio profilo e foto personali considerate veritiere. Ma non è affatto così.
Nella maggior parte dei casi dietro a tutto ciò si nasconde un mondo fittizio e ingannevole. Si finisce in una spirale amorosa da cui slegarsi diventa più complicato man mano che ci si lega.
Entra in gioco un meccanismo secondo il quale si pensa di parlare con una determinata persona, ma in realtà è come se in quel momento ci si stesse relazionando con una macchina. In tutti i sensi.
A quel punto spunta, tra le altre, una facile richiesta di denaro per sé o per una finta famiglia che non esiste. La truffa è servita su un piatto d’argento. Le richieste man mano si fanno sempre più alte e considerevoli, spingendo l’interlocutore ad esporre se stesso in prima linea.
Le truffe amorose sono le più difficili da inquadrare sin da subito perché si presentano sotto la migliore stella, ma poi celano una realtà, di fatto, costruita ad hoc per l’inganno.
Non è raro che si sfrutti questo tipo di raggiro per accedere ai dati e conti bancari del malcapitato, una volta che si è instaurato un rapporto di fiducia con lui. Maggiore è la durata di un certo rapporto, maggiori sono le possibilità di portare avanti la truffa dall’una e dall’altra parte.
Prestare attenzione a richiesta carte di credito: la truffa più diffusa
Si chiama social engineering la truffa social più pericolosa in assoluto. Consiste nell’abilità di un truffatore di contattare una specifica persona allo scopo di estorcergli informazioni riservate.
Generalmente può spacciarsi per dipendente di una banca o professionista della riscossione fiscale, proponendo, in qualche modo, una sorta di scambio alla pari. Avere informazioni per avere “agevolazioni”. Cadere nella trappola è molto facile. È tutta una questione di manipolazione psicologica.
Si finisce per trasmettere dati sensibili come una password, un codice o un numero di una carta di credito. Una volta avuto accesso a questo tipo di dati, il gioco è fatto e si può arrivare a perdere tutti i beni in proprio possesso. È un attimo passare dalla fiducia incondizionata alla disgrazia più totale dal punto di vista finanziario e personale.
Per questo motivi, i siti seri e sicuri danno ulteriori sicurezze rispetto al solito, offrendo dei ranking in tal senso molto alto. Soprattutto se si tratta di portali dove c’è una transizione di denaro. Tanto è vero le carte di credito accettate dai siti di scommesse non sono tutte quelle presenti in commercio e, ad esempio, i siti di ecommerce offrono delle soluzioni che non necessitano di carte di credito, come Paypal o il bonifico bancario.
Cosa fare subito dopo la truffa social
Niente paura. Non tutto è perduto. Cadere in una truffa social può succedere, ma si può rimediare. Va fatta, anche e soprattutto, una denuncia in forma scritta o orale alle autorità di polizia competenti.
Saranno, poi, loro a indirizzare in un senso o nell’altro un soggetto alla ricerca di risposte e verità. La denuncia è il primo passaggio da compiere in assoluto, unitamente al blocco della carta di credito da cui è stato ritirato indebitamente il denaro. In questi casi è sempre meglio contattare anche la banca di riferimento al fine di avere ulteriori istruzioni su come muoversi.
Rimedio indispensabile contro le truffe social
Le truffe social sono un argomento più che scottante di questi tempi da cui bisogna sapersi difendere. Non si è mai troppo preparati per l’arrivo inatteso di determinati imprevisti, ma si può sempre fare qualcosa in più.
Una forma di tutela particolarmente efficace, ad esempio, è di non fornire mai dati personali e password di qualsiasi tipo se non si ha la certezza di constatare chi c’è realmente dall’altra parte.
Una segnalazione alla polizia postale può fare la differenza nella fattispecie per prevenire qualsiasi tipo di pericolo all’orizzonte. Il vincolo da tenere presente riguarda la tempistica: la denuncia alle forze dell’ordine va fatta entro tre mesi successivi al fatto segnalato.
A prescindere dal mezzo di messaggistica utilizzato ai fini della truffa, che può essere Whatsapp, Messenger o Instagram, la regola numero uno resta di non divulgare dati e di attenersi ad una conversazione semplice e non troppo profonda nei dettagli, se la si vuole proprio portare avanti.